Tummy Time: cos’è e quali sono i benefici Luglio 26, 2023 – Postato in: Blog

Cos’è il Tummy Time? 

Il Tummy Time, che tradotto significa ‘Tempo sulla pancia’, non è altro che l’atto del posizionare il nostro bimbo, fin dalle prime settimane di vita, a pancia in giu.

Per quanto tempo? Da qualche minuto, al giorno, sino al tempo che il bimbo stesso tollera. 

Questa tendenza ha preso piede da qualche anno a questa parte e sembra diventata fondamentale rispetto a tutto il resto. 

Ma come mai fino ad oggi nessuno ne parlava, né la considerava così basilare per lo sviluppo del neonato? La risposta potrà sembrare banale, ma riguarda la mancanza di tempo da dedicare ai giochi col piccolo arrivato. 

Mi spiego meglio. Fino ad almeno 20 anni fa c’era più possibilità, per uno dei due genitori (di solito la mamma), di rimanere a casa col bebè e dedicare la giornata a lui. Quindi giocare a terra su un tappeto o sul letto, guardarlo e osservarlo, offrendo lui oggetti, le nostre mani e i nostri occhi per stimolarlo nella maniera più classica ma anche più giusta. 

Perché mettere il bambino a pancia in giù?

Oggi la vita frenetica e il poco tempo a disposizione, per entrambi i genitori, porta a ‘dover’ posizionare il piccolo neonato su una sdraietta – per cullarlo nel frattempo -, o in una carrozzina protetto e bloccato da tanti cuscini intorno. 

Anche nella speranza che dorma e richieda meno attenzioni e presenza perché siamo troppo indaffarati con 100 cose da fare in casa, col lavoro al pc, con le telefonate e i messaggi che impazzano. 

Dimenticandoci che il cucciolo che abbiamo avuto, magari con fatica e sacrifici, ha la impellente necessità della nostra presenza per un buon sviluppo, sia fisico che cognitivo. 

E ricordandoci che la posizione ferma a pancia in su senza possibilità di movimento della testa a destra e sinistra è spesso la causa di quella che viene chiamata plagiocefalia posizionale. Che non è altro che l’appiattimento della parte posteriore della testa (nuca e occipite), sia a destra che sinistra. 

Fasi dello sviluppo psicomotorio

Lo sviluppo psicomotorio, poi, progredisce autonomamente verso le posizioni:

– fianco destro e sinistro e ritorno 

– rotolamenti a pancia sotto e ritorno

– spinta sul braccio per rimanere seduto e ritorno 

– pancia sotto, poi pancia sotto con appoggio sui gomiti, poi con appoggio sulle mani

– posizione a quattro zampe e gattonamento

– ricerca della posizione eretta con appoggio

– primi passi laterali con appoggio 

– stazione eretta senza appoggio

– primi passi in avanti senza appoggio con basculamento del corpo destra/sinistra

– deambulazione con passi in avanti

– corsa

– salire e scendere le scale prima con e poi senza appoggio. 

Questi, inoltre, sono i passaggi standard che i libri descrivono come classici. Ma ricordiamoci sempre che ogni bimbo ha i suoi tempi e caratteristiche diverse. C’è chi cammina a 10 mesi, chi a 18 mesi. C’è chi gattona già a 5 mesi e chi si mette prima in piedi a 7 mesi e gattona poco, ma preferisce spostarsi dritto sulle ginocchia. Chi gattona come un orso, con gambe e braccia dritte oppure chi lo fa strisciando come un soldato a terra. 

Benefici del tummy time

Il ‘dono’ più grande che il bambino può ricevere dall’adulto che si prende cura di lui fin dalla primissima età, è composto da uno spazio e un tempo sufficienti per sperimentare le proprie possibilità autonome di apprendimento, in completa armonia con il proprio livello di maturità, con gli interessi e le iniziative di ogni momento. Infatti la cosa portentosa del bambino è proprio quella di un sistema innato di sviluppo motorio, che coinvolge tutta la sua personalità e condiziona quella del futuro adulto.

Quindi posizionare il bimbo a pancia in giù, prima che lo faccia in autonomia, col tummy time, diventa più una necessità dettata dalla mancanza della posizione libera a pancia in su, da cui poi da solo saprà destreggiarsi e sperimentare lo spazio, i movimenti, i passaggi posturali. 

L’aiuto dell’adulto alla crescita del bambino si trasforma quindi in forma di manipolazione, di forgiatura o riempimento, giustificata anche da una considerazione di incapacità dell suo sviluppo autonomo.

Conclusioni

Come sosteneva già dall’inizio del ‘900 la neuropsichiatra infantile e pedagogista Maria Montessori e subito dopo confermava nel suo libro, la pediatra Emmi Pikler: “Datemi tempo”. Come un richiamo che ci fa ogni bimbo dal momento in cui viene messo al mondo.

Diamo loro sia il tempo di svilupparsi secondo i loro personalissimi tempi, sia il nostro tempo da genitori, seguendoli, sostenendoli ma non interferendo o anticipando. Perché solo così potremo permettere uno sviluppo corretto, autonomo, vero e dutaturo. E questi bambini diventeranno donne e uomini sicuri di loro e di fronte a ostacoli non si sentiranno persi o soli o incapaci ma realmente indipendenti e adatti ad affrontare ogni fase e difficoltà della vita.

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Giulia Giannotti Osteopata Roma Eur