Osteopatia Strutturale Marzo 29, 2022 – Postato in: Osteopatia

L’Osteopatia strutturale riguarda l’ambito più conosciuto, anche per i profani di questo mestiere: l’apparato muscolo-scheletrico.

L’Osteopatia strutturale approccia, valuta e tratta tutte quelle strutture tanto conosciute quali le articolazioni e i muscoli, oltre che legamenti, tendini e capsule articolari.

Tanto conosciute, ebbene si.

Chi non ha avuto una distorsione di caviglia, uno strappo muscolare, una fitta nelle zone di inserzione di un muscolo, o chi non ha avuto una nonna o uno zio che lamenta spesso dolore alle articolazioni o artrosi?

La struttura osteo-articolare e muscolare è quella che spesso sentiamo per prima quando c’è un problema. Perché è la nostra impalcatura, dove sentiamo a volte instabilità o poca sicurezza dopo un trauma. La parte del corpo su cui tutto si regge e quella che spesso per prima riceve i traumi e subito manifesta dolori o fastidi.

Proprio per questo è la base della valutazione osteopatica e anche del trattamento.

Una delle manovre strutturali tanto conosciuta come ‘scrocchio’, trust (si legge trast) in “osteopatese”, non è altro che una liberazione meccanica di una struttura articolare. Ma ci sono altre tecniche quali il recoil,  il rebound, la siderazione per esempio che trattano sempre la nostra struttura portante e che vengono applicate anche ad altri sistemi.

Anche in caso di problemi in altri distretti, come un viscere o come il sistema cranio sacrale, la nostra impalcatura risente di tutti questi disequilibri e tensioni e va in ‘blocco’, in disfunzione somatica in gergo tecnico. A questo punto deve essere liberata,  normalizzata. Perché senza questo ‘sblocco’ anche gli altri distretti che hanno originato il problema non possono essere liberi per essere normalizzati.

A maggior ragione, dopo un trauma che ha portato in disfunzione una articolazione o un legamento o un tendine inserzionale,  sarà fondamentale trattare la struttura che va in disfunzione.

È iportante comunque ricordare che tutto viene fatto, sempre, nel rispetto del corpo umano: in caso di trauma diretto e stato ancora acuto, si preferiscono altre tecniche.

Faccio un esempio: in caso di distorsione e di caviglia gonfia edematosa, un osteopata che si rispetti non farà mai un trust sulla caviglia perché la zona nello specifico sarà ancora in stato acuto e quindi avrà bisogno di tempo per sgonfiarsi prima di poter mettere mano.

In questo caso l’osteopata valuterà il corpo per intero, come sempre d’altronde, e porterà tutto in equilibrio intervenendo magari sulla causa che ha portato quella persona a prendere una distorsione proprio su quella caviglia. Poi una volta sgonfiata la parte potrà riequilibrare anche la zona.

Il rispetto dell’osteopatia sta nel fatto che una reazione del corpo, come può essere una caviglia gonfia dopo un trauma, è una reazione di autoguarigione.

Si, perché il gonfiore si forma a causa del richiamo nella zona, da parte del corpo stesso, di sostanze che andranno a risanare i tessuti lesionati, magari strappati o eccessivamente stirati.

Ed è fondamentale lasciar agire le nostre difese naturali quando si scatenano in maniera fisiologica e curativa. Perché sono la medicina migliore rispetto a qualsiasi farmaco conosciuto.

Come sempre l’osteopatia ci porta a conoscere a fondo una macchina incredibile: il corpo umano!